lunedì 12 aprile 2010

Cos'è la scuola? Elementi introduttivi ad una critica rivoluzionaria dell'istituzione scolastica (parte terza)


“Ho sempre avuto il sospetto che “addestrare a star seduti” sia la funzione sostanziale di ogni esperienza scolastica.
Così come l'origine dell'organizzazione scolare si riferisce certamente al quesito: dove raggruppare i figli di chi lavora mentre appunto i genitori lavorano?
Risposta: istituiamo questi “silos” nei quali raggruppare minorenni di ogni specie e intanto che sono lì addestriamoli a star seduti cinque, sei, sette ore in modo da trovarli pronti alla sottomissione non appena raggiunta l'età adulta.”
S.Agosti, in M.Parodi, La scuola che fa male.

Una delle caratteristiche peculiari della scuola borghese è quella del disciplinamento.
Il disciplinamento non è qui inteso in quanto artificioso frazionamento del sapere e della conoscenza in un elevato numero di discipline senza alcun apparente nesso tra loro, il che è comunque un'aberrazione fatta propria e accentuata al massimo grado dalla società capitalista, disciplinamento è qui inteso nel senso letterale in quanto insieme sistematico di azioni volte ad ottenere la sottomissione ad un complesso di norme che regolano rigorosamente il comportamento.
In questo articolo parliamo della funzione che svolge la scuola la quale forma e modella il comportamento della futura forza-lavoro in modo tale da renderla caratterialmente e mentalmente adeguata alla disciplina che vige nel luogo di lavoro. Come già osservava J.J.Rousseau il bambino nasce libero e la sua libertà e spontaneità mal si adattano ad una società che richiede il pieno adattamento alle sue norme comportamentali e ai suoi valori.
Fino alle società pre-capitaliste il ragazzo, anche il più povero, cresceva e si formava nel suo “ambiente naturale” (prendiamo una fattoria per esempio), così che non aveva bisogno di andare a scuola, da grande avrebbe continuato a vivere e a fare le medesime cose che vedeva continuamente intorno a se. La, pur dura, disciplina era la disciplina della vita e proveniva dall'ambiente stesso nel quale il ragazzo cresceva, la scuola vera e propria era riservata esclusivamente alla formazione delle future classi dirigenti, non certo ai poveri.
Il capitalismo sconvolge completamente le cose, strappa le famiglie dalle campagne, i giovani dall'ambiente nel quale sono cresciuti, sbatte tutti nel vortice del mercato, chiede al lavoratore di essere pendolare o, addirittura, di migrare, gli chiede di entrare in un ambiente diabolico e malsano come la fabbrica. Il lavoratore deve accettare di vendersi per un salario, il suo spirito ribelle deve essere sedato. La società contemporanea, ingiusta ed irrazionale, ha bisogno di dotarsi di strumenti adeguati a garantire che il cuore del sistema non cessi mai di battere, che i proletari non cessino mai di farsi sfruttare.
Forme di scuola erano nate già prima dell'attuale, ma è caratteristica distintiva della scuola borghese il suo essere obbligatoria, gratuita e statale. I primi progetti per realizzare una tale scuola risalgono infatti alla Rivoluzione Francese (progetti del 1791 e 1793), in Italia alla Legge Casati (1859).
Come affermavamo nel primo articolo di questa serie è l'affermarsi della borghesia come classe dominante che determina la nascita della scuola, ma “la borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che la porteranno alla morte; ha anche generato gli uomini che impugneranno quelle armi: gli operai moderni, i proletari” (Marx, manifesto comunista), così nel periodo in cui il modo di produzione industriale si afferma su quello manifatturiero e contadino - tra sette e ottocento -, centinaia di migliaia di ex-contadini vengono strappati dalle terre nelle quali erano vissuti per generazioni e vengono rovesciati nelle città: forza-lavoro a bassissimo costo, ma anche molto poco propensa ad accettare le terribili condizioni di lavoro “proposte”. In molti si rifiutano di accettare la disciplina del lavoro capitalista, così “la soluzione pienamente accolta dalla borghesia inglese pochissimo tempo dopo la sua definitiva ascesa al potere politico è la deterrent workhouse, la casa di lavoro terroristica; cioè la sostituzione di qualsiasi forma di assistenza fuori dalle case di lavoro (outdoor relief) con l'internamento ed il lavoro obbligatorio in esse”. Proprio così, nello stesso periodo nel quale la borghesia si affermava come classe dominante essa si dotava di due strumenti complementari, utili a rendere “compatibili con le esigenze della produzione” le folte schiere di proletari che di giorno in giorno si riversavano nelle città. Con l'affermarsi della borghesia non nasce solo la scuola di massa, ma anche il carcere detentivo di massa. Carcere e scuola hanno la medesima origine e scopi tra loro complementari, in entrambi si riflette il carattere violento, gerarchico e disciplinare che è proprio della società dello sfruttamento.
Il complesso apparato di sanzioni disciplinari nel quale incorre l'alunno in caso di condotte inadeguate (voti, note, condotta, bocciatura, umiliazioni varie, convocazione dei genitori...) riflette semplicemente la violenza con la quale il sistema del mercato e del profitto si impone sull'individuo al fine di modellarlo a seconda delle sue esigenze. Come afferma G.M.Volontè - capo della polizia politica nel film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” del 1970 - la repressione è l'arma vincente laddove l'educazione e la cura hanno fallito: “Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo. Il popolo è minorenne, la città è malata, ad altri spetta il compito di curare e di educare, a noi, il dovere di reprimere, la repressione è il nostro vaccino: repressione è libertà!”.
Non è un caso che con l'avanzare della crisi la scuola dismetta sempre più la sua falsa faccia democratica (buona in tempi di sviluppo economico, vedi i decreti delegati del 1973) ed assuma sempre più la faccia che veramente caratterizza il dominio borghese: disciplina, ordine, repressione, ossia preside manager, voto in condotta, voti e discipline (materie) fin dalle elementari, politiche razziste etc. [continua]
Lotus

“Finché durerà la società divisa il classi, la scuola continuerà a essere un semplice rodaggio in un sistema generale di sfruttamento, e il corpo insegnante un reggimento che difende come l'altro gli interessi dello Stato.”
A. Ponce, Educazione e lotta di classe


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