giovedì 21 maggio 2009

diario di un educatore... ogni giorno più incazzato

20 maggio
Giuseppe è ancora malato, sto un oretta a casa sua.

Faccio i compiti con un ragazzino che deve ripetere storia, poi, all'atto di scendere nei locali del centro, Carolina mi comunica che hanno deciso di sospendere il mio laboratorio... accampando alcune scuse. Non le rispondo e me ne vado.
Sto con i ragazzi, giochiamo a ping-pong, organizziamo tornei, faccio mezz'ora di calcio con le ragazze. Divertentissimo. Quanto mi è mancato stare in mezzo a loro, guardarli, respirarli... sono molto contento ed a fine giornata decisamente soddisfatto. :-)

PS la situazione dei pagamenti e delle politiche sociali in generale è tragica... forse non ci pagheranno mai più... forse a dicembre chiuderanno tutti i progetti e amen... una situazione drammatica... ma intanto nulla si muove, se non le solite, inutili, deprimenti pratiche demo-riformatrici che permettono ai presidenti di cooperativa di andare a parlare con gli assessori. Merda!

19 maggio
Stamattina Giuseppe ha l'influenza, cos' faccio un po' di lavoro di rete. Alle 12-14 c'è l'equipe del tutoraggio, il messaggio finale è: non create troppi problemai con gli utenti che abbiamo bisogno di segnare le ore... o almeno così lo ho interpretato.

Pomeriggio faccio il laboratorio. Il labirinto è andato avanti ma il trapano è scarico quindi non riusciamo a finire i buchi. Il mobile è stato pittato con una mano di arancione. tutto procede.

18 maggio
Stamattina con Giuseppe lavoriamo, insieme ad un altro ragazzo, su delle schede di matematica che ci ha passato la scuola. Alla mattina mi sforzo di essere un po' più rigido... e la cosa paga. I ragazzi lavorano bene.

Pomeriggio faccio una sostituzione al casale, con i ragazzi organizziamo un riuscito torneo di calcio, mi rendo conto che, facendo sono i laboratori, li ho veramente trascurati... decido di dedicarmi di più a loro, ad ascoltarli, a stare loro in mezzo.

2 commenti:

  1. dici che facendo i laboratori hai trascurato i ragazzi...credo sia un'affermazione grave...in cui è da ricercare l'origine del problema: come è possibile che l'attività educativa per eccellenza causi una minore attenzione alla relazione con i ragazzi???
    secondo me...è ovvio che i laboratori non erano realizzati in modo da attivare tutte le energie virtuose che ne sono gli obiettivi! i laboratori sono attività complesse...veri e propri progetti...improvvisarli funziona da intrattenimento per pochi...e soprattutto non si può lavorarci come solo operatore...nè senza la costruzione del setting...e il perseguimento di un percorso...
    credo io...

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  2. Già, hai ragione su molte cose, da un lato non c'è stata sicuramente la capacità degli altri operatorio di far si che la maggiorparte dei ragazzi, o tutti, confluissero nel laboratorio, dall'altra parte è anche vero, però, che essendo il laboratorio un luogo "speciale" nel quale tutte le dinamiche e la relazione educativa si ristrutturano intorno all'azione laboratoriale, è anche vero che spesso capita che alcuni rimangano fuori... così credo che sia positivo alternare spazi educativi pieni (laboratoriali) a spazi educativi vuoti, nei quali la posizione dell'educatore è quella di ascolto, nei quali, non proponendo nulla si è più pronti ad ascoltare ed a recepire ciò che liberamente nasce dai ragazzi... non si tratta di farsi gli affari propri e lavorare meno, anzi!! si tratta piuttosto di mettere in pratica l'ascolto attivo e la capacità di porre l'attenzione ai singoli "al di fuori" di ogni schema che noi possiamo - è parte integrante e fondante il nostro lavoro - impostare.

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