La primavera sembra arrivata davvero! Bellissima giornata di sole al Casale. Nelle ultime settimane i ragazzi arrivano al doposcuola molto tardi, la prima mezz'ora non c'è quasi nulla da fare. Arrivano le ragazze, devono fare sopratutto inglese, Terry ha finito il suo racconto. Tre pagine stile horror con specchi che parlano, pagliacci assassini (abbondanti citazioni da It) e morti. Me lo legge poco convinta, la incoraggio, riflettiamo un po' sul racconto. Purtroppo oggi ci sono due ragazze senza compiti (io le vorrei mandare via, a meno che non si mettano a fare qualcosa, ma alla fine rimangono) che la distraggono molto. Qua sembra sempre che se qualcuno si dedica a qualcosa di diverso è... uno scemo. In ogni caso lei prende coraggio e legge a tutti la sua storia. Si rifiuta però di mettersi a correggere.
Principessa invece non ne vuole sapere di impegnarsi, fa con Carolina il suo compito, ma poi quando si mette vicino a me a tradurre dall'inglese, alla seconda parola da cercare sul dizionario, scoppia in capricci (ha 13 anni!) tanto che le dico che il doposcuola è volontario e non stiamo a perder tempo. Così lei chiude il libro e se ne va... non ha ottenuto che facessi la traduzione al posto suo.
All'educativa i ragazzi sono pochi, la bella stagione ne conduce molti al parco. Io sto tutto il tempo dentro con 6 o 7 ragazzine a fare "Laboratorio di manualità". Su dei cartoni facciamo degli sfondi, mentre quelli si asciugano ritagliamo delle figure dal cartone e le coloriamo. Poi le incolliamo. L'intento è far comprendere che, diversamente dalle apparenze, biosogna prima fare lo sfondo e poi le figure in primo piano. Le ragazze partecipano attivamente, non tutte svolgono bene il compito, ma c'è un bel clima "di cantiere" nel laboratorio.
Alla fine tutti quelli che hanno lavorato pultiscono. Gli altri due operatori sono stati fuori a giocare ed a parlare con i ragazzi.
Quando esco faccio notare a qualcuno che, anche se non vogliono fare laboratorio, comunque è buona norma entrare a salutare e dare un occhiata a quello che si fa.
Alla fine mi intrattengo una mezz'ora a parlare con un paio di genitori. la comunità del Casale, seppur molto piccola, è attraversata da forti rivalità interne, contrasti etc. Così ci sono dei genitori che ci sono più vicini, si impegnano, altri che non fanno nulla... e la comunità si sfalda.
Tornando penso tra me che il mio dovere educativo sarebbe quello di rafforzare lo spirito di comunità, creare riunioni con i genitori per mettere al centro il benessere dei loro figli, magari dare vita ad un esperienza di alfabetizzazione degli adulti sul modello di Freire... ma i limiti sistemici incombono, non ci sono ore, non si riesce nemmeno ad organizzare una riunione tra operatori per vedere se questi obiettivi sono condivisibili nell'èquipe... mah.
Il mio orizzonte al casale arriva fino a giugno, non credo che riusciremo a fare molto di più di quello (comunque non poco) che già stiamo facendo.
Principessa invece non ne vuole sapere di impegnarsi, fa con Carolina il suo compito, ma poi quando si mette vicino a me a tradurre dall'inglese, alla seconda parola da cercare sul dizionario, scoppia in capricci (ha 13 anni!) tanto che le dico che il doposcuola è volontario e non stiamo a perder tempo. Così lei chiude il libro e se ne va... non ha ottenuto che facessi la traduzione al posto suo.
All'educativa i ragazzi sono pochi, la bella stagione ne conduce molti al parco. Io sto tutto il tempo dentro con 6 o 7 ragazzine a fare "Laboratorio di manualità". Su dei cartoni facciamo degli sfondi, mentre quelli si asciugano ritagliamo delle figure dal cartone e le coloriamo. Poi le incolliamo. L'intento è far comprendere che, diversamente dalle apparenze, biosogna prima fare lo sfondo e poi le figure in primo piano. Le ragazze partecipano attivamente, non tutte svolgono bene il compito, ma c'è un bel clima "di cantiere" nel laboratorio.
Alla fine tutti quelli che hanno lavorato pultiscono. Gli altri due operatori sono stati fuori a giocare ed a parlare con i ragazzi.
Quando esco faccio notare a qualcuno che, anche se non vogliono fare laboratorio, comunque è buona norma entrare a salutare e dare un occhiata a quello che si fa.
Alla fine mi intrattengo una mezz'ora a parlare con un paio di genitori. la comunità del Casale, seppur molto piccola, è attraversata da forti rivalità interne, contrasti etc. Così ci sono dei genitori che ci sono più vicini, si impegnano, altri che non fanno nulla... e la comunità si sfalda.
Tornando penso tra me che il mio dovere educativo sarebbe quello di rafforzare lo spirito di comunità, creare riunioni con i genitori per mettere al centro il benessere dei loro figli, magari dare vita ad un esperienza di alfabetizzazione degli adulti sul modello di Freire... ma i limiti sistemici incombono, non ci sono ore, non si riesce nemmeno ad organizzare una riunione tra operatori per vedere se questi obiettivi sono condivisibili nell'èquipe... mah.
Il mio orizzonte al casale arriva fino a giugno, non credo che riusciremo a fare molto di più di quello (comunque non poco) che già stiamo facendo.
Lotus
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