sabato 25 aprile 2009

diario di un educatore

24 aprile

mattina. finiamo la tesina, inseriamo le foto. Ci manca solo la parte sugli scugnizzi. usciamo in vespa a fotografare i vari monumenti tranne... il monumento allo scugnizzo che, essendo piazza della repubblica un cantiere, non è accessibile. Giuseppe si vergogna terribilmente sia ad andare a chiedere agli operai se possiamo entrare nel cantiere, sia di fare le foto in mezzo alla strada.
parliamo un po' di questa cosa.

Pomeriggio, non lavoro così con Mari e Gabi andiamo a dare una mano al Mammut dove fanno un laboratorio di autocostruizione. Oggetto: costruzione di un tavolo di legno per attività con bambini piccoli e più grandi. Io e Marilena siamo sempre più entusiasti di aver conosciuto questi operatori del Mammut.

Sera riunione con gli operatori per mettere il punto su un idea progettuale per l'Aquila. Come prevedibile... nulla di fatto. Discussioni infinite e, quasi, nessuna concretezza. Sarà un caso che anche stasera, come la prima sera, ho un mal di testa cervicale terribile che, in breve, mi mette KO?

23 aprile

Mattina: finalmente torno a lavorare con Giuseppe, oggi dovrebbe venire anche un altra ragazza che deve preparare la terza media, ma non si presenta. Così lavoriamo io e lui sulla tesina sulle 4 giornate che, a fine attività, è quasi conclusa. domani andiamo a fare le foto dei monumenti delle quattgro giornate.

Pomeriggio al casale, anche oggi sono con Marilena. Piove, quindi siamo costretti a stare dentro. I ragazzi fremono, vogliono iniziare subito il laboratorio, ma bisogna condividere lo spazio con quelli che stanno facendo i compiti, quindi li convinciamo ad attendere le quattro.
Dopo poco che è iniziato il laboratorio c'è un caos eccezionale. Pure troppo. Nella nostra stessa stanza giocano pure a biliardino, la confusione, quindi è enorme. Comunque i lavori fervono, si costruiscono dei rombi di legno, un kavello (marilena con scricciolo), una specie di binocolo, un altro yoyo, due papere, fucili e pistole spara-elastici.
Il clima del laboratorio è entusiasmante. Ad un certo punto la collega Irene va in panico. Ci siamo dimenticati di mettere le incerate sui tavoli, così qualche bambino li ha scartavetrati. Mettiamo le incerate e rincominciamo. A fine giornata siamo stanchi, ma le attività sono andate alla grande, i ragazzi e le ragazze sono molto contenti di questa nuova dimensione laboratoriale. La cosa che sarebbe molto interessante iniziare a fare adesso è passare da tanti piccoli lavori individuali ad un lavoro centrale nel quale ognuno ha il suo ruolo all'interno di un'ampia cooperazione. Purtroppo questo presuppone materiali ed attrezzi (molti) ai quali non credo di poter accedere.Nota: terri mi parla a lungo del racconto di paura che, ormai, sembra molto intenzionata a scrivere.

22 aprile

Mattina: salta il terzo giorno di fila di lavoro con giuseppe. oggi c'è una giornata di formazione del tutoraggio, si discute su come si utilizza il genogramma nella stesura del Piano Personale Individualizzato. faccio venire giuseppe e gli do un paio di paginette sulle quattro giornate da leggere per domani.

Pomeriggio: laboratorio di costruzioni al Casale. La scuola è allagata quindi le attività del doposcuola iniziano direttamente nella sede della chiesa. Grande entusiasmo nei ragazzi che non solo non sono andati a scuola, ma oggi possono iniziare il doposcuola ed i laboratori prima. Ci mettiamo sulle scalette del campetto ed iniziamo a lavorare.
Matew si cimenta nella produzione di un piccolo sparadischetti con ottimi risultati, Titti arriva tardi e si produce un piccolo strumento musicale. Oggi è una grande giornata perchè, finalmente, la mia compagna Marilena, è riuscita ad organizzarsi con il suo utente del tutoraggio (Scricciolo) per venire al centro, così oggi lavoriamo assieme :-). Con i maschi più piccoli iniziamo a costruire delle fionde, ma ben presto ci dobbiamo arrestare perchè non abbiamo le camere d'aria per fare gli elastici. Così dirottiamo il lavoro sulla costruzione di "fucili spara-elastici" l'attività prende piede molto bene, ma i ragazzi vogliono immediatamente il prodotto finito, sono poco propensi a lavorare per ottenerlo, risultato: le ragazze che hanno voglia di fare ma non sono riuscite a determinare il proprio oggetto... scartavetrano il fucile dei maschi. La cosa non è troppo positiva... ma già che la ragazze più grandi si mettono a a lavorare il legno è strapositivo in sè. I ragazzi, infatti, le sfottono tutto il tempo, utilizzano un linguaggio eccessivamente volgare che, solo a tratti riusciamo a contenere. Ci rendiamo conto che è in palio una posta altissima: la leggittimità della presenza delle ragazze in un attività ritenuta sapecificatamente maschile. In ogni caso, alla fine della giornata, Anita si è costruita uno Yo-yo di legno.
Al termine abbiamo una lunga e profiqua discussione con marilena. L'oggetto è la modalità della conduzione del laboratorio, l'attenzione all'equilibrio di genere e ad i ragazzi che fanno fatica ad inserirsi nelle attività, un mio eccessivo tendere ad accentrare l'attività su di me, rispetto agli altri operatori.

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